Architetto, designer, accademico italiano, ha avuto mille premi e riconoscimenti progettando oggetti, luoghi, ambienti in tutto il mondo. Non ha mai smesso di sperimentare osservando, con rispetto, tutto ciò che ci circonda. Michele De Lucchi ha deciso di partecipare alla realizzazione dei 100 globi di Weplanet “un bellissimo progetto che mette al centro la grande palla di fuoco sulla quale noi poggiamo i nostri piedi”.

De Lucchi firmerà il globo di iSempreVivi, onlus che si prende cura delle persone che soffrono di disagio psichico. E con i ragazzi dell’Associazione si è incontrato nell’Atelier degli artisti per ragionare sul progetto. “Si chiama tettonica delle placche – esordisce l’architetto – È la teoria per la quale tutte le terre emerse, cioè tutti i continenti, l’Africa, l’Europa, l’Asia, le Americhe, l’Australia e tutte le isolette del Pacifico, erano una unica grande isola in mezzo a un enorme unico oceano”. Il super-continente si chiamava Pangea e il super-oceano Pantalassa, sottolinea De Lucchi, “ed era cosi alla fine del Paleozoico, circa 250 milioni di anni fa. La Pangea iniziò a rompersi a partire dal Mesozoico e questo processo è ancora attivo: la separazione e la deriva delle placche terrestri è all’origine dell’attuale configurazione dei continenti, dei bacini oceanici, delle società civili, delle civiltà e dei modi di pensare e interpretare realtà e irrealtà”. Ebbene, il globo ripercorrerà proprio questo racconto: “Mondo Pangea sarà la ricostruzione dall’aspetto del pianeta in quella felice epoca nella quale terre, oceani, uomini e natura erano una cosa unica. Ci fa sperare che alla fine di questa deriva si possa ritornare ad essere un unico continente, un’unica nazione, una unica umanità”.

Ed è un’umanità straordinaria quella che anima l’associazione iSempreVivi: “ai nostri ragazzi partecipare alla realizzazione del globo fa bene perchè li aiuta a pensare, li aiuta a confrontarsi – sottolionea Don Domenico Storri, presidente della Onlus – e realizzare un progetto così ambizioso a fianco di un grande designer non può che stimolare la loro autostima, inizieranno a pensare che anche loro valgono come persone”. Grazie a questi ragazzi, sottolinea l’associazione, “è possibile trovare la strada per un’ecologia dell’umano piena di speranza per il nostro futuro”.

La Onlus iSempreVivi partecipa a WePlanet, dunque, per portare la propria testimonianza sul tema della comunità: “lavorare con coraggio per accogliere quel che molti escludono, per rendere giustizia a chi ha meno, per amalgamare ciò che è apparentemente distonico dalla “normalità” è una delle strade maestre per recuperare umanità vera al nostro modo di stare insieme”. E’ sotto questa luce che iSemprevivi ha chiesto a Michele De Lucchi di interpretare il globo e lui ha accettato con la convinzione che “gli uomini devono imparare a vivere insieme in maniera positiva, non conflittuale, per godere di tutte le meraviglie che abbiamo attorno. Architettura e design possono contribuire con l’immaginazione e la creatività ad inventare un tipo di vita, un tipo di esistenza che non sia contro il pianeta, ma per il Pianeta”.